Le foto del genocidio abbellite e colorate

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Vice, il gruppo media internazionale costretto a scusarsi e a rimuovere le foto ritoccate delle vittime di Pol Pot

In queste ore in Cambogia sta facendo molto discutere il caso della testata internazionale Vice che ha pubblicato una serie di foto delle vittime del genocidio dei Khmer rossi colorati e alcune apparentemente modificate per aggiungere sorrisi ai loro volti.

La Cambogia ha condannato le immagini dell’artista irlandese Matt Loughrey che ha modificato le foto che ritraggono i prigionieri che sono stati schedati con immagini in bianco e nero, scattate nella famigerata prigione di Tuol Sleng, dove migliaia di persone sono state torturate e interrogate prima di essere inviate ai campi di sterminio di Choeung Ek.

Youk Chhang, il direttore del Centro di documentazione della Cambogia , che conserva un vasto archivio di materiale relativo ai Khmer rossi, lui stesso è un sopravvissuto, ha detto che il suo cuore batteva all’impazzata quando ha visto le versioni ritoccate delle immagini. “Come puoi trasformare l’inferno in felicità?” si è domandato. “È stata una grave ingiustizia alterare un simile pezzo di storia, che è ancora una storia vivente”.

Il Ministero della Cultura e delle Belle Arti ritiene che le immagini modificate “compromettano seriamente la dignità delle vittime” e ha chiesto che vengano rimosse dalla pubblicazione, minacciando azioni legali.

Vice ha detto che in effetti qualcosa nei suoi meccanismi di controllo dei suoi standard editoriali non ha funzionato: “L’articolo includeva fotografie di vittime dei Khmer Rossi che Loughrey ha manipolato oltre la colorazione …

Ci rammarichiamo dell’errore e indagheremo sulle cause che hanno consentito la pubblicazione delle foto senza il necessario controllo “.

Nell’intervista con Vice, ora rimossa, Loughrey ha detto di aver iniziato a lavorare sulle fotografie di Tuol Sleng quando è stato contattato da qualcuno in Cambogia che voleva che tre fotografie – inclusa una foto d’identità scattata all’interno della prigione – venissero restaurare.

Ha poi lavorato su ulteriori immagini delle vittime, aggiungendo che più persone si erano fatte avanti con simili richieste.

Alla domanda sui sorrisi che apparivano sui volti di alcune vittime, Loughrey ha detto che ciò potrebbe essere dovuto al nervosismo e che le donne sembravano sorridere più spesso degli uomini, ma non ha detto di aver aggiunto sorrisi ad alcune delle immagini restaurate.

Tuttavia, sui social media, le persone hanno pubblicato quelle che sembravano essere le immagini originali insieme alle versioni modificate, chiedendosi perché le espressioni degli individui fossero cambiate.

Il Ministero della Cultura e delle Belle Arti ha dichiarato che il progetto di Loughrey, che ha utilizzato le foto delle vittime del genocidio abbellite e colorate, ha anche violato i diritti del museo in quanto legittimo proprietario e custode delle immagini. “Esortiamo i ricercatori, gli artisti e il pubblico a non manipolare alcuna fonte storica per rispettare le vittime”.

Si stima che circa 1,7 milioni di persone, un quarto della popolazione della Cambogia all’epoca, furono uccise tra il 1975 e il 1979 sotto il regime dei Khmer rossi.

Il numero dei morti non è mai stato calcolato con precisione, e le stime dal milione e mezzo ai tre milioni di morti tra il 1975 ed il 1978, pari a circa un quarto della popolazione cambogiana. Questo episodio è spesso citato come esempio della presunta brutalità del Comunismo, tuttavia ci si dimentica di ricordare che furono proprio i comunisti ad essere le vittime del genocidio cambogiano . Pol Pot , infatti, si preoccupò di eliminare tutti coloro che erano stati formati, sia negli studi che nell’arte militare, da parte del Partito Comunista Vietnamita, che aveva fornito loro una solida formazione marxista-leninista.

Le fake news fanno parte ormai del nostro quotidiano tanto da costringere i maggiori sociali e i governi a trattare seriamente l’argomento ma soprattutto a istituire strumenti e meccanismi per contrastarle. Dopo le News adesso tocca anche alle immagini? Photoshop ci ha abituati a incredibili effetti e a sorprendenti montaggi, dove il fantastico diventa verosimile e l’impossibile possibile ma raramente si è cercato di spacciarle per originali e, nei pochi casi in cui si è tentato di farlo sono sempre stati miseramente smascherati.

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