Agrigento, la gloriosa Capitale Italiana della Cultura 2025, è riuscita a farsi notare ancora una volta. E no, non per un’esposizione memorabile o per un evento culturale epocale. Stavolta, il palcoscenico è tutto per l’asfalto. Sì, avete capito bene: quel grigio manto di bitume che copre le strade (quando non manca del tutto) è diventato il vero protagonista della vigilia dell’arrivo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
500 mila euro di cultura… per strada
Come accogliere degnamente il Capo dello Stato? Con un blitz di cultura urbanistica, naturalmente. Quale modo migliore di dimostrare l’amore per la propria città se non asfaltando, in fretta e furia, le arterie principali? Perché niente grida “Cultura 2025” come una colata di bitume fresco spalmata giusto poche ore prima che la massima autorità del paese metta piede in città.
Certo, 500 mila euro per asfaltare strade può sembrare una cifra esagerata. Ma, d’altra parte, bisogna ammettere che il fascino dei Templi di Agrigento non sarebbe stato lo stesso senza una cornice di strade finalmente… percorribili. Peccato, però, che questa febbre asfaltatrice abbia avuto qualche effetto collaterale.
Chiusini sigillati: la cultura della “praticità”
In questa frettolosa operazione di rifacimento stradale, è stato trascurato un piccolo, ma significativo dettaglio: i chiusini dell’acqua. Quei semplici tombini, dove i fontanieri aprono e chiudono l’erogazione dell’acqua settimanalmente, per regolare il servizio idrico, sono stati sigillati nell’asfalto fresco. Un’accoppiata che evidentemente non va d’accordo. E vi starete chiedendo: come mai, nonostante siamo in piena stagione delle piogge, i nisseni continuano a ricevere l’acqua a settimane alterne? Non siete i soli a domandarselo. Anche i cittadini del capoluogo siciliano da decenni si chiedono quando e come finirà questa emergenza che perdura ormai da anni.
Nel frattempo, il Presidente della Regione Schifano ha pensato che investire un milione di euro per registrare il concerto del Volo in pieno agosto, con il pubblico in cappotto, da mandare in onda la sera di Capodanno, potesse essere un rimedio alle difficoltà quotidiane dei cittadini.
Per cui, mentre le strade si trasformavano in piste lisce come una tavola da biliardo, i chiusini sono stati letteralmente asfaltati senza pensarci due volte. Un problema? Ma no! Chi se ne importa dell’acqua potabile quando hai strade lucide per accogliere Mattarella? Si chiama priorità culturale, gente.
La nuova arte di arrangiarsi
Non manca chi ha trovato il lato positivo nella situazione. “È un’installazione d’arte contemporanea!” ha scherzato qualcuno. “Simbolo dell’eterno dualismo agrigentino: ciò che è sopra la superficie è curato, ciò che sta sotto… meno.”
Certo, i fontanieri non erano proprio dello stesso avviso. “Ora per fare il nostro lavoro dobbiamo portarci un martello pneumatico”, ha commentato uno di loro, visibilmente esasperato. E non è difficile immaginare il malcontento dei residenti, che potrebbero trovarsi a secco non per un’emergenza idrica, ma per un eccesso di zelo asfaltatore.
Una Capitale della Cultura… di facciata?
Questo episodio si inserisce perfettamente nel grande racconto di Agrigento Capitale della Cultura 2025: una narrazione fatta di gaffe e apparenze. Dai cartelloni stradali sgrammaticati ai problemi infrastrutturali che ogni tanto fanno capolino, questa nuova “grande opera” stradale sembra confermare una sensazione diffusa: più che investire in cultura, si investe in facciata.
Ma almeno le strade sono lisce. E i Templi, a dirla tutta, non sono mai stati così accessibili (a patto di non voler controllare se c’è acqua a casa).
L’ironia della cultura… a secco
In conclusione, Agrigento ci regala l’ennesima perla: un evento che doveva celebrare la grandezza culturale del territorio finisce per diventare una tragicommedia di ordinaria inefficienza. La prossima volta che si parlerà di cultura, forse bisognerebbe partire dall’acqua. Perché, si sa, la cultura nutre l’anima, ma l’acqua… beh, quella serve a tutto il resto.